I Simboli Massonici: Non Nascosti, ma Velati

Esiste un malinteso diffuso, anche tra alcuni Fratelli, secondo cui la Massoneria dovrebbe “nascondere” i propri simboli, celandoli al mondo profano come segreti da custodire gelosamente. Questa convinzione è non solo imprecisa, ma in contrasto con la stessa Tradizione iniziatica di cui siamo eredi.

La Massoneria è nata scrivendo sulla pietra.

Chi ci ha preceduto non ha nascosto, ha inciso. Ha scolpito. Ha lasciato tracce tangibili, visibili, perfino monumentali. I simboli sono ovunque, nella pietra viva dei portali, nei capitelli, nei pavimenti, nelle vetrate. È sufficiente sapere dove guardare, e soprattutto come guardare.

Basta entrare in una chiesa romanica, o gotica, per essere circondati da un linguaggio simbolico ricco e stratificato. Il simbolo, per sua natura, non si nasconde: si cela mostrandosi. Chi ha occhi per vedere, vedrà. Chi ha orecchie per intendere, intenderà. Ma nulla è stato mai davvero nascosto.

La Cappella di Rosslyn, in Scozia, è uno degli esempi più noti di questo linguaggio inciso nella pietra. Le sue colonne, le sue decorazioni floreali, le sue geometrie raccontano una storia iniziatica che parla a chi ha strumenti per decifrarla.

Lo stesso si può dire della piccola, straordinaria chiesa di Sant’Urbano ad Apiro, nelle Marche. Qui simboli antichissimi convivono con iconografie cristiane, in un dialogo tra sapienzialità, arte e fede che non conosce fratture. Le immagini, le figure e le forme raccontano ciò che non poteva (e non può) essere detto.

Il compito del massone non è quello di nascondere, ma di custodire con discrezione e trasmettere con intelligenza. Il simbolo non è un codice cifrato da seppellire, è una via d’accesso a verità che si disvelano nel tempo, attraverso il Lavoro.

Chi dice che la Massoneria debba nascondere i suoi simboli, probabilmente non ha mai riflettuto sul fatto che proprio i simboli sono stati, da sempre, il ponte tra il mondo visibile e l’invisibile, tra la materia e lo spirito, tra l’Uomo e il Tempio.

Non si tratta di svelare ciò che deve rimanere velato, ma di velare in modo che l’anima riconosca la propria immagine e decida, liberamente, di mettersi in cammino.

E questo è il più alto modo di “mostrare“.

Per continuare il tuo cammino tra i simboli e i loro significati visibili, ti suggeriamo di leggere anche:

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Dall’Iniziazione alla Caduta: quando un massone resta solo Uomo.

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Due mondi, un solo cammino: Vivere l’Iniziazione nel quotidiano.

  1. Antonio De Chiara

    Se i nostri Maestri passati hanno scritto e inciso sulla pietra, chi siamo noi per dire che i simboli vadano nascosti?

    Essi già parlano di per sè un linguaggio inconscio, accessibile solo a coloro che sono in grado di comprendere. Esporre un simbolo massonico a un profano non vuol dire violare i segreti della Libera Muratoria perchè è nel simbolo stesso che è racchiuso il segreto. Segreto indecifrabile per chi non è in grado. Segreto che vive nei cuori e negli animi degli Iniziati.

    Scolpire nella pietra lascia ai posteri il proprio operato. Io oggi incido un simbolo : magari rimarrà lì per millenni come ornamenti ma un giorno potrà servire a qualcuno per poter comprendere qualcosa.

    L’esposizione di un simbolo, in conclusione, non rappresenta nessuna violazione della Tradizione, termine che deriva da “tradere”, che significa “trasmissione”. Esporre un simbolo, come avviene nelle cattedrali, serve a far si che chi abbia la coscienza giusta possa comprenderlo, anche tra 1.000 anni. La Massoneria non è nata per tenere ferme le conoscenze ma per portare luce agli individui del mondo e, passivamente, all’Umanità intera.

    Nella pietra e nei simboli si cela la custodia di una Tradizione, non segreta ma “velata”, accessibile sono a determinati cuori

    Ho detto,
    Antonio

  2. Andrea Spampinato

    Carissimi Ven.Mo Maestro e Fratelli tutti,

    cio che è scolpito nella pietra è destinato a resistere il più a lungo possibile alle erosioni del tempo, per essere tramandato a chi verrà nelle epoche a seguire. Questo vale anche per il bagaglio sapienziale dell’umanità. Non opere di chissà quale divinità o entità sovrannaturale, create in una dimensione ultraterrena o metafisica, ma fatte per mano dell’uomo e per l’uomo nella dimensione terrena. Cosa è davvero immutabile? E quali di queste opere si possono sperare davvero eterne, se non si accetta di poterle mantenere vive per mezzo del rinnovamento? In ciò che è tramandato non è fatto divieto di innovazione. Neppure esiste opera in natura che può essere preservata se non per mezzo del nuovo combinato alla tradizione. Così è per la vita stessa. Infatti, anche nel DNA, che ha lo scopo di perpetuare il codice genetico tra le specie viventi, ciò che resta immutato è la sua forma elicoidale, ma sono le diverse combinazioni a creare le diverse creature, mentre sono le innovazioni, apportate nella trasmissione da una generazione all’altra, le vere responsabili di preservarne la tradizione e garantirne il perfezionamento perpetuo.

    Noi uomini la chiamiamo EVOLUZIONE.

    Tra le opere umane vi è anche la Massoneria, che ha pure lo scopo di liberare le coscienze degli uomini dalle sovrastrutture. Gli uomini cambiano, i tempi cambiano e la Massoneria? È pronta a liberarsi dalle proprie sovrastrutture e a mettere in discussione se stessa, per trovare il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione?

    Ho fede nell’uomo, ho fede nella Corporazione e credo che il vero cambiamento è la costruzione possano avere vero inizio solo quando l’Innovazione abbraccia con rispetto la Tradizione.

    Ho detto

  3. Antonio Cozzolino

    La Massoneria non nasce per nascondere, ma per incidere nella pietra, per lasciare segni tangibili nel mondo che ci circonda. Questo è quello che personalmente penso leggendo questo articolo.
    In questa logica, è chiaro che la curiosità porta all’avvicinamento, e l’avvicinamento porta a una volontà di sapere di più. È questo cammino di ricerca che, quando intrapreso con sincerità e umiltà, può portare a nuovi Fratelli. La Massoneria non si impone, la sua bellezza è nell’invito gentile e nella discrezione, perché chi desidera davvero avvicinarsi potrà farlo, ma solo quando sarà pronto a ricevere ciò che viene offerto.

    Il simbolo è quindi un ponte che può essere attraversato da profani che potranno diventare futuri fratelli. Non c’è nulla da nascondere, ma c’è molto da scoprire con consapevolezza e discernimento.

    Quindi secondo me la Massoneria non deve essere un mistero da svelare a tutti costi, ma una via d’accesso a verità profonde, che si rivelano solo se si cammina, si lavora e si fatica, ma tutto questo solo se siamo pronti a percorrerla.

    Come Massoni, quindi, non dobbiamo mai sentirci costretti a nascondere i nostri simboli. Piuttosto, dobbiamo usare il nostro discernimento per sapere quando e come condividerli, affinché possano servire da ponte per coloro che, attraverso la loro ricerca interiore, desiderano davvero avvicinarsi alla Luce.

    Ho detto.

  4. Francesco Ropresti

    Carissimi Fratelli,
    il simbolo non si nasconde. Sta lì, scolpito nella pietra, in chi lo porta dentro con naturalezza, senza bisogno di mostrarlo. Chi non ha lavorato dentro di sé, chi non ha affrontato le proprie ombre, chi non ha levigato realmente la propria pietra, non lo riconosce…. anche se ce l’ha davanti…..anche se lo sfiora ogni giorno. Perché? Il simbolo non parla a chi guarda, ma parla a chi ha già iniziato a cercare. Solo chi ha percorso almeno una parte del cammino può sentirne il richiamo. È come la Divina Commedia, letta da milioni e compresa da chi ha attraversato l’inferno del proprio cuore. La favola di Pinocchio, una iniziazione in piena regola, dove la trasformazione non è data, ma guadagnata. Sono opere per tutti, ma rivelate a pochi. Questo è il simbolo….non serve nasconderlo, ma viverlo. Non serve proteggerlo come un segreto, ma trasmetterlo con amore, come si trasmette una Tradizione viva, non per obbligo ,ma per necessità interiore. Così, forse, un giorno, anche chi ci osserva senza capire, sentirà qualcosa muoversi dentro. Non perchè gli abbiamo spiegato il simbolo, ma perchè ne ha percepito la verità e lì, forse, inizierà davvero a cercare.

    Ho detto

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