
Carissimi Fratelli,
nello scrivere questa Tavola mi sono inizialmente soffermato a ricordare cosa mi comunicassero questi due oggetti all’inizio del mio percorso. Sì, il Rituale di Iniziazione ci spiega ad esempio cosa rappresenti il Maglio comune, ma è solo con il tempo che ho cominciato a intuirne il senso, a coglierne i piccoli dettagli, a sentire come potevo applicarli concretamente su me stesso.
La parola maglio proviene dal latino malleus, ovvero martello, essendo un diminutivo di quest’ultimo.
Nella storia e nelle varie raffigurazioni ritroviamo questo strumento associato soprattutto alle divinità: Efesto nella mitologia greca e Vulcano in quella romana, fabbri di entrambi i Pantheon divini. Thor nella mitologia norrena impugna invece il celebre Mjollnir, il martello che utilizza per scagliare fulmini contro i suoi nemici.
Già qui possiamo intravedere un semplice esempio di come lo strumento si presenti sia come utensile di costruzione (Efesto e Vulcano), sia di attacco e distruzione (Thor).
È proprio su questo primo aspetto che voglio porre l’attenzione: la duplice attribuzione che possiamo dargli.
All’apparenza sembrano semplici strumenti da lavoro, ma si sono rivelati per me simboli di un duplice conflitto interiore che da profano sentivo quotidianamente e che credo sentano e abbiano sentito molti Fratelli: quello tra la forza e l’impulso da una parte e la misura e la calma dall’altra, tra l’azione e l’equilibrio.
Il Maglio è la forza.
È lo strumento che imprime il colpo, che trasferisce la sua energia allo Scalpello e alla pietra pronta per essere sgrossata.
Da un punto di vista iniziatico possiamo vedere nel primo colpo di Maglio che abbiamo inferto a noi stessi la forza che ci ha spinto a bussare alla porta del Tempio e chiedere la Luce. Sentivamo che qualcosa non andava. Non sapevamo bene cosa, ma c’era un’urgenza. Quel disagio è stato il primo colpo, forse inconsapevole, che ci ha fatto muovere.
Come però già accennato, il Maglio può essere sia simbolo di costruzione, di inizio, ma anche di offesa, di distruzione. Colpire senza precisione può essere controproducente. Agire con troppa fretta, con la presunzione di sapere dove e come colpire, senza prima fermarsi a riflettere, può diventare dannoso.
Lo Scalpello è la precisione.
Rappresenta la parte passiva, lo strumento che entra nella pietra, che la scruta, che per primo vede cosa c’è sotto la parte grezza.
Lo Scalpello ti costringe a guardarti dentro, a fare i conti con le parti che preferiresti ignorare. È simbolo di discernimento, di giudizio, di precisione. Sapere su quale parte di noi stessi andare a lavorare.
Possiamo imprimere tutta la forza che vogliamo sul Maglietto, ma se lo Scalpello non è ben posizionato, il risultato rischia di essere inutile e dannoso.
Serve tempo, studio, dedizione. Serve silenzio.
Ogni parola non detta che sarebbe risultata inutile è un colpo alla pietra. Ogni parola appresa dagli altri Fratelli, custodita ed interiorizzata, è un ulteriore colpo verso la nostra pietra grezza.
Né il Maglio, né lo Scalpello possono scolpire da soli.
Solo insieme possono farlo.
Il primo senza il secondo sferrerebbe colpi poco precisi. Il secondo senza il primo non riuscirebbe a incidere la pietra con decisione.
Nella mia vita quotidiana:
Ho associato il Maglio alla mia parte più istintiva, più violenta, più veemente. Lo Scalpello, invece, alla parte più precisa, riflessiva, ponderata.
In alcuni giorni, nella vita profana, prevale il rumore del Maglio laddove servirebbe più riflessione. Altre volte ascolto il silenzio dello Scalpello quando invece servirebbe una azione decisa.
Quando in un conflitto sento la rabbia salire, è il Maglio a voler agire. Se invece mi sforzo a “contare fino a dieci”, è lo Scalpello che interviene.
Al contrario, quando mi assale l’apatia, la staticità, è lì che sento di dover risvegliare la forza del Maglio.
La vera sfida è trovare equilibrio.
Né troppo Maglio, né solo Scalpello. Ma equilibrio.
La frequenza ai Lavori e alle Tornate mi aiuta in questo percorso. Vedere i Fratelli più esperti usare con maestria il loro Maglio e Scalpello è per me fonte di esempio e guida.
Anche frequentare altre Logge mi aiuta a osservare come questi strumenti vengano utilizzati. Sta a me discernere, ascoltare, apprendere ciò che è rilevante e applicarlo nella mia vita profana.
Maglio e Scalpello non sono più solo simboli da Loggia.
Sono strumenti di cammino nella vita. Rappresentano la mia esperienza, la cadenza tra studio e riposo, tra impeto e calma.
Ci saranno momenti dove prevarrà l’uno, e momenti dove prevarrà l’altro. Ma forse è proprio questa alternanza che forma la vera coscienza.
Non so se l’Alessio profano e l’Alessio iniziato riusciranno mai ad armonizzarli entrambi, ma so per certo che devono imparare a conoscersi, accettarsi e lavorare insieme.
Ho detto.
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