La stella fiammeggiante è formata da un pentalfa corredato di raggi solari ed al centro di essa troviamo la lettera G.

Il pentalfa o stella a 5 punte, nasce dall’ unione di 5 alfa che intrecciate fra loro formano un pentagono. Questo simbolo pagano è antico e potente, tanto da essere utilizzato come emblema della scuola iniziatica di Pitagora, il filosofo di Samo. Ritroviamo questo simbolo in diversi momenti storici ed anche in ambito magico dove se rivolto con una punta verso l’ alto era considerato positivo e benefico se capovolto veniva considerato negativo e malefico poiché ricordava la testa di caprone, il Bafometto dei templari. Possiamo trovarlo rappresentato da un uomo con braccia e gambe divaricate, come nel pentagramma di Agrippa o nell’ uomo vitruviano di L. Da Vinci , dove la testa corrisponde allo spirito, le braccia ad acqua ed aria mentre le gambe a terra e fuoco.

La stella sopra citata è inscritta in un cerchio, simbolo dell’ euroboro o serpente che mangia la propria coda che indica la conoscenza cosmica dando vita con questo ultimo elemento alla definizione di pentacolo.

La figura qui descritta per l’ interesse che ha suscitato in ogni epoca , può essere considerata il vero ed autentico simbolo del libero arbitrio, quindi un simbolo che certamente non può mancare in massoneria.

Le fiamme disegnate si lati della stella indicano la luce della conoscenza, mentre la G o a volte la lettera gamma greca presente al centro, può significare , poiché considerato un enigma massonico: grande architetto, geometria, generazione, gravitazione, God( Dio), gabaon o gnosi.

Questo potentissimo simbolo in loggia, sta ad oriente, alle spalle del venerabilissimo maestro, fra il sole e la luna, pronto ad illuminare il cammino di colui che sarà pronto a ricevere la luce della conoscenza. Per beneficiare di tale luce , occorre essere puri di cuore, condizione raggiungibile solo dopo avere affrontato una morte ed essere rinati come uomini nuovi, pronti a ripartire dalla conoscenza di se stessi

( vitriol) , spegnendo il proprio ego, lontano dal mondo materiale pronto ad esplorare le proprie tenebre, capirle ed acquisire l’ abilità di percepire gradualmente quella luce che inizialmente ci paleserà una realtà riflessa come colui che iniziando a conoscere sé stesso guarderà la propria immagine in uno specchio d’ acqua.

Tutto ciò pone l’ iniziato in una ” palestra interiore “ dove esercita il proprio spirito e la propria anima a ricevere la luce.

Questa preparazione è necessaria in quanto la conoscenza non è per tutti ma solo per coloro che sapranno farne tesoro, accogliendola in sé. Il percorso è lungo , faticoso e diverso per ognuno, come l’ ascolto di una musica che seppur nota a tutti suscita sensazioni diverse e difficili da trasmettere a parole( segreto massonico).

Il compagno d’ arte ha già avuto un aumento di luce, quindi vuole dire che ha già cominciato la sua preparazione a ricevere la stessa, dotato dei relativi strumenti  e cosciente di avere iniziato quel viaggio infinito verso il perfezionamento di cui la stella fiammeggiante ne è l’ emblema, viste le proporzioni auree su cui si basa ogni elemento rispetto all’ altro, dando quella sensazione di armonia e bellezza tipiche della dea Venere, altro simbolo da accostare al grado di compagno poiché è proprio Jachin la colonna presso la quale giornalmente egli si reca per percepire il proprio salario.

Anche  le 5 punte della stella sono in linea con il compagno di mestiere poiché 5 è il numero che rappresenta il relativo grado oltre ad essere un numero aureo.

Il grado di compagno d ‘arte si identifica con Jachin e con la stabilità, quell’ equilibrio interiore che permette di essere un ponte fra l’ apprendista ed il maestro, squadra e compasso che toccandosi e ponendo il braccio dell’  uno sopra l’ altra da un lato e viceversa dall’ altro danno origine all’  immagine del compagno, che ritroviamo nella figura della stella fiammeggiante ma anche nella collocazione all’ oriente fra sole e luna, il primo brilla di luce propria e la seconda di luce riflessa, sembrando così distanti ma osservandoli insieme 2 volte al giorno, all’ alba ed al tramonto si abbracciano come squadra e compasso, il maschile e il femminile ritrovando la figura del compagno che si incammina verso quella luce che diventerà sempre più stabile e completa, tendente a quella forma originaria e perfetta dell’ androgino che con i suoi opposti incarna l’ essere perfetto e il pentalfa racchiude il micro ed il macro  in proporzione aurea. Ho detto