
Carissimi Fratelli,
In Natura, il numero 5 emerge come un simbolo di armonia e rigenerazione: dalla stella marina che simboleggia la capacità di ritrovare la propria interezza, ai fiori a cinque petali che richiamano la bellezza e la simmetria universale.
Anche in Massoneria ed in particolare nel grado di Compagno questo numero assume un significato estremamente importante. Non rappresenta solo l’età del Compagno ma incarna anche la complessità di questo grado: esso, infatti, è somma del numero 2 e del numero 3 e rappresenta la sintesi e l’equilibrio tra dualità e perfezione spirituale, in quella difficile ricerca di equilibrio tra spirito e materia che caratterizza il percorso di ricerca e crescita del Compagno. Non mi voglio divulgare sulle varie interpretazioni del numero ma mi vorrei concentrare su alcuni aspetti del suo significato simbolico che ad oggi hanno influenzato il mio percorso da Compagno.
La Mano, che rappresenta lo “strumento degli strumenti”, per un massone non è solo uno strumento fisico ma un modo per esprimere la sua volontà interiore, di rendere concreto quello che pensa. Il riferimento al numero 5 è nelle dita: ogni dito è diverso dall’altro, per forma, posizione e funzionema la funzione della mano è data dalla loro complementarità perché è attraverso la collaborazione armoniosa tra essi che la mano può funzionare con efficacia. Nel grado di Compagno questo passaggio diventa un elemento molto importante: ognuno di noi segue il proprio percorso di perfezionamento, siamo diversi per esperienze, sensibilità, difficoltà ma da Compagni troviamo forza nel lavoro associativo; ed ecco, allora, che se è vero che con l’indice non posso fare quello che faccio con il pollice, nel lavoro comune diventiamo una “mano” che possiamo stringere per sorreggerci, aprire per consolarci con una carezza, chiudere a pugno per difenderci. In questo senso, è un numero che ci ricorda che ogni parte, pur unica, è indispensabile al funzionamento del tutto.
Poi ci sono i 5 sensi , fondamentali per un massone; essi ci consentono di percepire la realtàinnanzitutto da un punto di vista fisico e materiale; se, sgrossando la pietra grezza, l’apprendista ha imparato a modellarne le asperità, il Compagno nel corso del suo viaggio impara a non fidarsi dei suoi sensi ma ad interporre altre facoltà tra percezione e reazione; per cui l’udito diventa Intelletto; la vista diventa chiaroveggenza; il tatto diventa prudenza e discernimento; il gusto diventa percezione del sottile e l’olfatto diventa Intuito. Questo è un passaggio molto importante per un Compagno: attraverso l’affinamento di queste capacità egli sarà in grado di distaccarsi progressivamente dall’impulsività, dominare gli autocondizionamenti del carattere e della personalità, vincere le suggestioni e valutare le situazioni prendendo le giuste misure così da padroneggiarle. Secondo Sessa, l’età del Compagno, 5 anni, rappresenta proprio il raggiungimento di questo obiettivo: il dominio sui 5 sensi oltre che la conoscenza della Legge del Quinario.
Proprio affinando questa capacità di andare oltre quello che i sensi percepiscono ad un primo livello, sto imparando a gestire i rapporti interpersonali in modo diverso. Ascolto di più mia moglie, soprattutto nei conflitti: cerco di capire se talvolta in quelle parole che dimostrano rabbia di si nasconde una necessità di essere ascoltata e compresa. Questo mi aiuta molto spesso ad anticipare un problema o disinnescare per tempo un conflitto senza rinunciare alla mia individualità.
Un altro elemento che ho iniziato ad approfondire non da molto sono i 5 Ordini Architettonici: lo studio dei 5 Ordini Architettonici consente al Compagno di interiorizzare quelle tecniche che gli consentono di evolvere da uomo imperfetto attraverso modelli superiori di comportamento sul piano morale, intellettuale, spirituale e la loro armoniosa sintesi nel progresso della conoscenza; essi incarnano la ricerca della perfezione, dell’equilibrio e della Bellezza valori fondamentali nel percorso del compagno.
La stella fiammeggiante a 5 punte che rappresenta il Microcosmo Uomo ed il Microcosmo Uomo; c’è una bellissima metafora di Andrea Cuoci che dice che in essa il Mondo appare come un grande Uomo, l’Uomo come un piccolo Mondo. In questo contesto il lavoro del compagno è quello di arrivare ad una integrazione armoniosa del suo essere con quello degli altri compagni: lavorando insieme a loro sto imparando non solo ad accettare ma anche ad apprezzare le diversità dei miei compagni di Viaggi, perché essi rappresentano un valore aggiunto nel percorso verso la conoscenza. Parlare durante i viaggi verso le altre Logge, condividere riflessioni su argomenti comuni, lavorare insieme ad esempio per organizzare gli eventi importanti nelle dinamiche della nostra Loggia, sono tutti momenti in cui si abbattono i ponti delle nostre diversità ed i cuori si armonizzano verso un obiettivo comune.
Concludo da dove sono partito, dalla stella marina che può rigenerare ognuno dei suoi 5 arti se per qualche motivo viene ferito e reciso.
Il viaggio del compagno è lungo, complesso (saliamo una scala curva a 5 gradini d’altronde); non sappiamo se e quando torneremo. Ma in ogni destinazione che questo viaggio ci riserverà, nelle difficoltà che incontreremo, tutte le volte che saremo a terra dopo essere caduti, come la stella marina dovremmo essere pronti a rigenerarci, ritrovare la nostra interezza oppure per dirla come direbbe un mio carissimo Fratello, “morire per rinascere”.
Ho detto
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