Fratelli, riflettiamo sull’importanza delle parole che usiamo e su come ci esprimiamo, perché il modo in cui comunichiamo dice molto di noi e della nostra Loggia.

Quando parliamo o scriviamo, non rappresentiamo solo noi stessi, ma l’intera catena iniziatica e i valori che portiamo avanti. Ogni volta che ci confrontiamo con altri Fratelli o con il mondo profano, dobbiamo avere ben chiaro il nostro obiettivo: imparare e migliorarci.

Questo percorso non riguarda solo il comportamento, ma anche il modo in cui esprimiamo i nostri pensieri, in Loggia e fuori. Scrivere una riflessione o una tavola è un esercizio prezioso di crescita: ci aiuta a organizzare il pensiero, a trovare le parole giuste e a comunicare con chiarezza.

Se smettiamo di farlo e iniziamo ad affidarci all’intelligenza artificiale per correggere o scrivere al posto nostro, rischiamo di perdere un aspetto fondamentale del nostro cammino. Non perché l’IA sia negativa di per sé, ma perché toglierebbe autenticità alla nostra voce.

Quando scriviamo, dobbiamo farlo con parole nostre, in modo che chiunque, dall’Apprendista al Fratello più anziano, possa comprenderci. Se invece lasciamo che sia l’IA a correggere e rielaborare il nostro pensiero, finiremo per usare parole e costruzioni che non ci appartengono. Ed è facile accorgersene: se in Loggia un Fratello parla per pochi secondi con qualche esitazione, ma poi scrive riflessioni che sembrano uscite da un trattato di filosofia, qualcosa non torna.

L’IA può essere utile? Sì, per approfondire un concetto, cercare riferimenti, studiare un simbolo. Ma non per scrivere al posto nostro. Se ci abituiamo a delegare questo compito, finiremo per diventare ciò da cui siamo sempre fuggiti: persone che usano parole ricercate quando scrivono, ma che poi, quando devono esprimersi dal vivo, si perdono e non riescono a trasmettere nulla con il cuore.

Noi non siamo qui per scrivere saggi accademici, ma per parlare con il cuore e costruire un dialogo vero, chiaro e comprensibile per tutti. Se perdiamo questo, perdiamo una parte essenziale del nostro essere Massoni.

E attenzione: se ci accorgiamo che questa deriva sta prendendo piede, potremmo anche decidere di eliminare del tutto le riflessioni scritte su WhatsApp o in Loggia e tornare a discuterle solo dal vivo, senza testi preparati.

Quindi, Fratelli, usiamo l’IA per imparare, ma mai per scrivere o correggere i nostri pensieri. La nostra crescita passa dall’autenticità, non dall’apparenza.

Il Ven.·.M.·. Paolo Giulio Gazzano