Essere apprendisti Libero Muratori nel terzo millennio.

Autunno 1609, Galileo vìola gli schemi del sapere del proprio tempo iniziando a cercare la “verità” guardando sopra l’orizzonte. Il desiderio della conoscenza lo introduce ad un percorso fatto di continui disvelamenti, verifiche, validazioni.

Avanzerà fino ai suoi ultimi giorni perfezionando la tecnica e affinando il metodo, trasformando l’invenzione in scoperta. Uno dei lasciti del suo atto rivoluzionario è che la “verità” non è un punto d’arrivo, ma il continuo svelarsi dell’ordine dell’universo.

Diversamente, forse, è accaduto nella libera muratoria.

La ricerca interiore si è svolta tradizionalmente in un contesto profondamente riservato, in cui gli apprendisti venivano introdotti alla conoscenza attraverso simboli, rituali e un insegnamento diretto che si basava su una trasmissione esclusiva di sapere da maestro ad apprendista, in modo unidirezionale.

La validità del metodo era radicata nell’idea che la “verità” fosse innanzitutto nascosta nel simbolo, nella parola compitata, nella segretezza dei toccamenti e che la ricerca interiore fosse un percorso solitario che richiedeva, oltre all’introspezione, la conoscenza esoterica strettamente confinata in spazi fisici e intellettuali dove le interazioni erano limitate e ostinatamente protette da un mondo esterno che non ne comprendeva o accettava i principi.

Il percorso iniziatico, finalizzato simbolicamente a levigare la pietra grezza, cominciava necessariamente con l’accesso a un sapere esclusivo. Questo poteva far credere, erroneamente, di essere già avanzati nel cammino solo per aver ricevuto determinate conoscenze.

L’ingresso nel terzo millennio, con la sovrabbondante disponibilità di risorse e informazioni, ha trasformato intanto radicalmente l’accesso alla conoscenza e con esso, con ogni probabilità, l’ambito della ricerca interiore.

Il sapere massonico, una volta considerato un tesoro da proteggere e trasmettere in modo esclusivo, è ora condiviso e spesso democratizzato in un contesto in cui le relazioni esterne e le interazioni sociali – anche tra Logge – sono sempre più ampie. Il sapere e la comprensione si costruiscono collettivamente in una dinamica di “conoscenza distribuita” piuttosto che essere trasmessi in modo verticale. Ciò non può non sollevare interrogativi sulla purezza del cammino interiore e sulla necessità di operare un giudizio più attento e consapevole.

Il Copritore, simbolo di custodia del segreto, può forse ancora limitare la diffusione di certe informazioni? Probabilmente no, e non è necessariamente un problema. Quella parte di segreto che si è persa ha forse esaurito la sua utilità, almeno dal punto di vista formale.

Il rituale e il nucleo esoterico della tradizione non perdono forza solo perché vengono svelati: conoscere qualcosa non significa automaticamente comprenderla. Anzi, questa nuova condizione rappresenta un’opportunità. In questo nuovo contesto, l’iniziato è chiamato a sviluppare una maggiore consapevolezza delle fonti e, soprattutto, è privato delle attenuanti che lo distolgono dal dirigere sull’obiettivo.

Egli non può più giustificarsi se non segue il proprio cammino. È di nuovo “nudo”, costretto a confrontarsi con le difficoltà del percorso senza contare sul semplice possesso di nozioni.

In sostanza l’essere venuti a conoscenza dei principi massonici, anche potenzialmente in via prematura, non ha conseguenze sul quanto si sia effettivamente in grado di praticarne i valori. La verità – e questo rimane un principio immutabile – si trova nel processo di ricerca stessa, e il cammino verso la maturazione è infinito e mai completamente raggiungibile.

Dopo un anno di percorso, lungi dall’aver levigato ma neppure sgrossato, ho solo realizzato le reali misure della pietra, che è più informe di quanto non sospettassi, e richiederà un conseguente lavoro.

L’impegno sincero che prendo con me stesso e con la Loggia è quello di iniziare ad utilizzare maglio e scalpello con maggiore costanza per provare a rendere effettivo e concreto il lavoro iniziatico ed iniziare anche ad apprezzare i benefici risultati di questi strumenti nella vita di tutti i giorni.


Per chi desidera approfondire i temi della ricerca interiore e del simbolismo massonico, è utile leggere anche altri articoli del sito. Uno di questi è Simbolismo Massonico: Tra Tradizione e Critica, che analizza come il simbolismo non sia solo forma, ma uno strumento per stimolare la riflessione e guidare il cammino iniziatico. Un altro approfondimento importante è Il Segreto Massonico: Silenzio, Riflessione e Conoscenza, una riflessione su come il valore del segreto non stia nella sua protezione formale, ma nella sua comprensione interiore. Infine, consigliamo la lettura di Il Lavoro su Sé Stessi nella Via Iniziatica, una tavola che affronta il simbolo della pietra grezza e il suo significato nel percorso di trasformazione personale del Massone.

Precedente

Lettura per Equinozio di Primavera

Successivo

Gli Insegnamenti Segreti.

  1. Antonio Cozzolino

    Salve a tutti,
    ritengo che essere un libero muratore nel terzo millennio sia un privilegio. In un epoca dove tutto è scontato, dove tutto è superficiale, dove tutto è veloce e pronto, l’essere umano ha perso il senso di guardarsi nel suo interno, è concentrato sempre e solo verso l’esterno e tutto il materialismo che lo circonda. Per questo ritengo che ad oggi essere Massoni è una fortuna perchè al giorno d’oggi l’apprendista fa 3 cose che ormai l’essere umano medio non fa più:
    1. Si Ferma
    2. Ascolta
    3. Riflette
    Ma possiamo essere persone migliori solo se si lavora con costanza e dedizione.
    Ho detto.

  2. Antonio De Chiara

    Essere Apprendisti Massoni nel Terzo Millennio è un’ardua sfida che l’Iniziato Massone dei giorni nostri affronta quotidianamente. Ma perché?

    La Massoneria è ricerca interiore, perfezionamento, studio, ricerca della Verità celata dentro di noi. La società moderna, attraverso i mass media, l’indottrinamento e la cultura moderna ci spinge invece sempre di più verso le emozioni negative e i vizi, rendendo più difficoltoso il vero e autentico cammino, il quale deve essere condotto con rettitudine ed equilibrio se vogliamo che sia fruttuoso.

    A differenza del passato, in cui ad esempio i titoli nobiliari erano importanti, l’epoca moderna attua sull’Apprendista Massone un’influenza maggiormente negativa, che rende più difficile il suo silenzio iniziatico e la sua “trasformazione interiore”. Ai tempi degli operativi non esistevano grandi distrazioni: l’operaio sapeva che il suo compito era sgrossare le pietre tutto il giorno, quello faceva e per quello veniva pagato. Sapeva, ed in un certo senso era più “costretto” dalle circostanze, applicare la Squadra e il Regolo alla propria vita.

    Ai giorni nostri, invece, è facile essere distratti anche da un semplice messaggio WhatsApp che ci innesca pensieri intrusivi. Un messaggio litigioso da parte della compagna, un messaggio preoccupante dal figlio, una notizia che ci impressiona sono tutti esempi di cose che possono portarci a “pensare” più che a lavorare. Le tecnologie, infatti, sono un tema d’impatto per l’argomento perché da un lato esercitano un’azione negativa ma come ogni cosa, se ben utilizzate, possono essere di appoggio per il percorso. Inoltre, la velocità e la superficialità a cui ci abitua la vita profana ci fa spesso ci fa concentrare su cose secondarie facendoci dimenticare l’essenziale. Ed è qui una delle chiavi: cercare di non lasciarsi condizionare dagli aspetti negativi del lavoro, dal denaro, da relazioni malsane, ecc.. è molto importante per concentrarsi sugli strumenti e sugli insegnamenti.

    In base alla mia esperienza personale trovo molto duro essere un Apprendista Massone nel Terzo Millennio. Innanzitutto ho avuto modo di vedere che la qualità delle logge è calata sensibilmente rispetto al passato, poi ci sta il fatto che è facile perdersi in questo mondo dove regna la profanità e dove si è spesso sovrastati da sentimenti ed emozioni negative, da pensieri intrusivi, da una vita a volte contro-iniziatica, da contesti che rendono più difficile praticare il silenzio interiore e applicare l’hic et nunc. Tuttavia, di recente, proprio grazie all’utilizzo combinato di strumenti massonici e uso consapevole della tecnologia sto notando dei miglioramenti, specie sul piano emotivo.
    In conclusione, essere Apprendisti Massoni nel Terzo Millennio è dunque sposare lo scontro/incontro di Tradizione e Innovazione, di ricerca interiore e strumenti tecnologici, di sacro e profano. E’ saper coniugare simboli e insegnamenti antichi alla modernità.

    Tra qualità delle logge e società moderna, essere un Apprendista Massone nel Terzo Millennio può comportare diverse deviazioni dal percorso a causa anche di tutti i “bombardamenti psicologici” che subiamo ma avere la costanza e la fortuna di trovare un vero nucleo iniziatico può far si che si riesca ad evolvere davvero. Con un retto e corretto utilizzo degli strumenti è difficile ma possibile portare avanti il processo di sgrossamento della pietra grezza, conoscere e rettificare noi stessi.

    Ho detto

    Antonio

Lascia un commento