Lo spazio sacro e in più generale il Tempio sono gli elementi che più hanno caratterizzato l’evolversi della civiltà. 

Nella preistoria il culto era celebrato nell’abitazione o in luoghi ad essa adiacenti, come il bosco o una sorgente d’acqua mentre solo dopo diversi anni si ebbe un progressivo sviluppo architettonico che comunque è rimasto perlomeno agli inizi molto rudimentale.

La caratteristica comune tra questi luoghi prima e costruzioni poi era la Consacrazione, in quanto ogni spazio da dedicare al culto era consacrato e, inizialmente, non era aperto a tutti.

La consacrazione è il termine che indica i riti o le cerimonie che attribuiscono a persone o cose poteri speciali. Se pensiamo ad uno dei più importanti atti di consacrazione della religione cattolica vi è quello in cui il Sacerdote trasforma il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Gesù Cristo. 

Prendendo a riferimento una civiltà a noi vicina geograficamente quanto culturalmente come quella romana, possiamo notare come questi inizialmente praticavano i loro riti in boschi sacri definiti Lucus, luoghi scelti in quanto era da lì che provenivano le prime luci solari il mattino.

La necessità di un luogo di culto, come abbiamo già detto, è stata sentito dall’uomo fin dall’antichità, infatti troviamo nell’antico Egitto le prime costruzioni di templi che erano considerati dal Faraone le case di Dio, dapprima costituite da modeste capanne e successivamente da veri e propri edifici fino ad arrivare a monumenti giganteschi caratterizzati da iscrizioni e decorazioni quasi sempre inneggianti al Faraone che ne aveva voluto la costruzione. La necessità di questi luoghi di culto la troviamo anche nella Bibbia, Giacobbe, ad esempio, nella città di Betel delinea il recinto di un luogo sacro che poi diventerà santuario e ancora, l’ideatore del Tempio più famoso di tutti i tempi è stato senz’altro Salomone il cui tempio costruito, distrutto e ricostruito è diventato il simbolo del Tempio Massonico.

Il passaggio ad un luogo sacro “chiuso” avviene solo in una seconda fase quando i culti dall’essere popolari ed accessibili a tutti diventano materia per iniziati. I profani non ebbero più accesso al recinto sacro (fanum). Delimitati ormai gli spazi la seconda fase fu quella del culto e idealizzazione di luoghi sacri per singole divinità, non più rituali genericamente dedicati a natura o antenati, questo implicò omaggi maggiori nonché il desiderio dell’uomo di avvicinarsi ad essa, culminati con l’innalzamento di colonne e mura.  Questi luoghi presero il nome di Templi (Templum) dal termine che inizialmente indicava il luogo sacro in sé e che ancora oggi ci accompagna. 

Tempio, come edificio, s’intende uno spazio chiuso circondato da pareti, ma come sappiamo, il nostro tempio va da oriente a occidente e da settentrione a meridione, guardando in alto è presente un cielo stellato, e, sotto i nostri piedi, si trova il V.I.T.R.I.O.L, vale a dire che collega il cielo con le profondità della terra. Possiamo quindi riassumere che: il tempio è un luogo che collega i quattro punti cardinali con lo zenit e il nadir, cioè si trova al centro dell’universo, e quindi non ha confini, e le pareti che lo circondano non servono per confinarlo, ma come protezione dalle impurità del mondo profano. Questa dualità lo rende unico e sacro, un luogo enormemente vasto, ma estremamente delicato.

Esso stesso, rappresenta l’Universo, ed ha nel suo insieme un triplice significato storico, fisico e morale.

Storico: perché i misteri della Sapienza ci vennero dai popoli dell’Oriente ed i primi culti avevano per oggetto l’omaggio alla natura quale divinità venerata nel suo organo visibile: «Il Sole» che spunta tutti i giorni all’Oriente.

Fisico: perché la forma del Tempio è come l’orbita che la terra percorre annualmente intorno al sole, la sua volta è azzurra e cosparsa di stelle come il cielo e si divide in Oriente – Sud – Nord e Occidente come l’Emisfero. 

Morale: perché come il cielo copre tutti gli uomini senza distinzione, così il Tempio accoglie tutti senza chiedere chi siano e da dove vengano, purché onesti.

I Lavori Muratori svolti nel Tempio presuppongono un particolare stato di coscienza da parte di tutti i Fratelli partecipanti. Si tratta cioè di quello “stato interiore” a cui fa riferimento il rituale con l’abbandono fuori del Tempio dei metalli da parte dell’iniziando per significare il distacco dal mondo profano. Il Tempio stesso è un simbolo o, meglio, il più complesso e importante tra i simboli muratori. E, pertanto racchiude tutta una serie di significati operativi o sperimentabili, riferiti all’Uomo come ci ricorda l’imperativo apposto sul frontone: NOSCE TE IPSUM (conosci te stesso).

E’ anche il luogo fisico delle nostre riunioni, consacrato dalla presenza, dalla volontà unisona e dal lavoro corale dei Fratelli, diventa “Loggia”, cioè un’unità dell’Egregoro (Idea-Forza) dell’Ordine Iniziatico. E può diventare “Officina”, cioè laboratorio, fucina di idee e di uomini, non disgiunti dalla memoria degli ideali della Tradizione, ma proiettati nel presente e formatori del futuro, al di là del mutevole e del contingente. I 4 Elementi, i 12 segni zodiacali, il Sole, la Luna e gli altri simboli presenti nel Tempio, servono da supporto a uno o più dei possibili schemi interpretativi, analogici, della realtà che è sempre “Una” e “Universa”; ed è resa più accessibile dall’intenso Lavoro Muratorio.

Quello che accomuna noi fratelli ai nostri antenati è che il tempio indica la struttura dove ci riuniamo, dove lavoriamo, il nostro luogo sacro ma in primis il tempio siamo noi tutti ed aldilà delle mura ovunque ci sono dei fratelli riuniti esso è presente, innalzato un poco sempre più.