Cari e Amati Fratelli, gradito dovere è per me condividere con Voi un tema riguardante una parte del rituale di iniziazione al nostro Ordine, che ha minato nel profondo e disgregato alcune mie forti convinzioni personali. Una volta evocata la Tolleranza, quale Prima tra le virtù del Libero Muratore, nel rituale ci viene posto un quesito che inchioda al muro la nostra lealtà e ci mette di fronte a un disarmante dilemma.

Ci viene chiesto: “se una volta ammesso nel nostro Ordine, trovaste qualcuno che, per fede religiosa o per altro motivo, avete considerato fino ad ora nemico, siete pronto ad abbracciarlo e a considerarlo un fratello?”. Ebbene, con non poca sorpresa, caduta la benda, mi sono accorto che, tra Voi, non vi era alcuno che avessi potuto ritenere nemico.

Non tra coloro che conoscevo, né a maggior ragione possedevo dati sufficienti per poter considerare tale qualcuno di cui non sapevo nulla. Doveva pertanto essermi sfuggito il vero senso della domanda, pensai. Un istante prima però il V.mo Maestro avvisa: “I principi della Libera Muratoria, comuni a tutti i Fratelli sparsi per il mondo e fondati sulla ragione, rendono questo Ordine inconfondibile e universale.

Tali principi sono immutabili, ma sono anche così perfetti da consentire a ciascuno la piena libertà nella ricerca del Vero.”  

Ecco, quindi, che l’universalità la si trova proprio nell’adattabilità dei principi ad ogni singolo iniziato, che pur essendo unico e inconfondibile nella sua diversità, è allo stesso tempo universale.

Egli, come tutti gli altri, è null’altro che un uomo e questo non può essere cambiato da nulla e nessuno. Cosa c’è quindi al centro dell’universo massonico se non l’uomo e la sua realizzazione più completa? Cosa è allora il Tempio se non la rappresentazione allegorica dell’essere umano e cosa il Rito se non la Via Maestra per raggiungere la sua illuminazione? Qualcosa o meglio qualcuno, però, è interessato a non farci raggiungere la nostra realizzazione. Deve quindi e per forza essere un nemico, ovvero chiunque sia determinato a distoglierci dal perseguimento della nostra felicità.  

Qui la riflessione viene di conseguenza. Chi è allora il nemico dell’Iniziato?  

Ho capito chi fosse il mio nemico e quello dell’iniziato, quando ho ricapitolato la mia permanenza nel gabinetto di riflessione. Solo adesso ricordo di aver visto costui in quella stanza. VOLTANDOMI! Era riflesso nello specchio posto alle mie spalle!

Così ho conosciuto il volto del VERO NEMICO dell’iniziato: NOI STESSI! Il nostro EGO. Fa di tutto per farci desistere nel seguire la Via Maestra e ci impedisce, tenendoci imbrigliati e segregati, sopiti e narcotizzati, di sviluppare la nostra parte più pura e autentica, quel meraviglioso fanciullo che abita la nostra casa, donatoci all’origine perché fosse custodito, valorizzato e istruito a parlare la lingua di Iddio Onnipotente.

Questo dono meraviglioso per buona parte della vita, per alcuni anche per tutta la sua durata, viene soffocato, afflitto e perfino mutilato perché, nella sua potente bellezza è ritenuto mortalmente pericoloso dal nostro carceriere che sa bene cosa rischia se la preda diviene cacciatore. Noi però la morte l’abbiamo già accettata e questo è il nostro vantaggio rispetto a questo aguzzino. Bussiamo al Tempio per un invito ricevuto da un attore terzo rispetto a questa lotta fratricida, ecco perché forse l’EGO ci ha dato finalmente una chance. Si è voluto fidare, credendo forse che l’invito al Tempio era rivolto PROPRIO A LUI! Che trappola infallibile! 

Nella mia vita ho cambiato la mia pelle un’infinità di volte, per restare vivo o meglio per sopravvivere a qualcosa che io stesso avevo creato intorno a me. L’ultimo camuffamento che il mio EGO ha costruito intorno al mio SE, l’ho indossato per un decennio, per proteggermi da alcuni che credevo dei potentissimi tiranni.

Avevo perfino dimenticando di averlo indossato, come chi dimentica di portare le scarpe dure, quelle eleganti e i piedi si accorgono di loro solo quando vengono tolte. Ho perfino finito di confondere questo abito con la mia vera natura. Una sovrastruttura che io stesso mi ero cucito addosso.

È grazie all’Iniziazione che questa sovrastruttura è venuta meno e il lavoro da fare si è mutato grazie alla scoperta del  V.I.T.R.I.O.L. – Visita Interiora Terrae, Rectificando Invenies Occultum Lapidem-, che significa «Visita l’interno della terra, operando con rettitudine troverai la pietra nascosta». Voglio abbracciare l’occultum lapidem, il mio Se, senza più tentare invano di cambiare alcunché della sua natura ma rettificarla ed educarla per farla convivere in pace ed in armonia con il mio Ego.  

Grazie a questa nuova presa di coscienza mi accorgo Solo ORA, che tutti quelli da me considerati nemici, lo sono stati perché vedevo in loro qualche parte di me stesso che voleva uscire fuori dalla tana. Ora è tempo di abbracciare noi stessi senza esserne spaventati.

Se possiamo vivere in pace e armonia con i nostri fratelli possiamo farlo anche con il nostro Se, perdonandosi, accettandosi, abbracciandosi e considerandosi FRATELLI. Nessuno è perfetto e niente e nessuno può in alcun modo cambiare ciò che è per natura. Abbiamo però il potere di diventare la peggiore o la migliore versione di noi stessi lavorando allo specchio.

Questo lavoro ci fa riconoscere i nostri difetti e le nostre diversità, che dobbiamo utilizzare non come debolezze o motivi di vergogna ma come punti di forza e di valore aggiunto. Possiamo davvero abbracciare noi stessi e gli altri vedendoci non come una minaccia ma come una speranza di pace, crescita e liberazione personale.